Il Triduo di San Michele Arcangelo

La Chiesa parrocchiale di S. Michele Arcangelo custodisce nei depositi della sagrestia una parte del Triduo settecentesco, di cui si ha notizia d'archivio, ricostruito nel 1921. L’unica testimonianza a noi giunta della sua forma originaria è il disegno "per la ricostruzione del del Triduo" del pittore Enrico Peci, dei costruttori Giovanni Pezzoli & C., G.Fiorini e G.Viola, dei decoratori Bortolo Ferrari & C. Il Triduo viene presentato come un’imponente macchina in assame di larice rinforzato da una moltitudine di traverse. 

La fessurazione delle assi non compromette la pellicola dipinta, tanto da conservarsi discretamente; anche se, purtroppo, si notano tracce di rosume che fanno intendere un’infestazione di tarli. 

La complessità strutturale e decorativa di alcuni elementi, come gli scudi policromi, denota una qualità superiore al resto dell'apparato. 

In origine il Triduo era illuminato da candele di cera, il cui uso è testimoniato dalla presenza di lunghi sostegni in ferro, mentre più recentemente l’impianto era stato elettrificato. 

A causa dell’incuria e dello scorrere del tempo si rende necessario eseguire una manutenzione e verifica della struttura interna e di raccordo. 

Il processo di intervento di restauro e rimontaggio del Triduo consiste nella ricerca storica-archivistica, nel rilievo fotografico dei particolari, in quello con stazione totale e laser scanner dell'abside della chiesa, nel montaggio della struttura (scale, montanti, banchinaggi) e della pennellatura decorativa e, infine del completo recupero materico e pittorico la sua policromia. 

 

 

Settembre 2024

Sarah Mor, Chiara Cavalli, Letizia Triboldi, Martina Tavolazzi, Benedetta Negrini