Chiesa di San Lorenzo Martire

La chiesa sorge nella parte superiore di Verolanuova durante il XVI secolo sul sito dove già esistevano un piccolo oratorio dei Disciplini ed un altro piccolo edificio sacro intitolato a Santa Maria del Suffragio.  

Nella prima cappella a destra gli affreschi della parete riportano la data 1522 in numerazione romana e rappresentano una pala d'altare con Santa Caterina affiancata da Santa Lucia e Santa Apollonia.  

Le fondamenta vennero gettate nel 1633 alla presenza delle personalità religiose e civili, e tra queste i conti Gambara. La Chiesa venne costruita come adempimento di un voto espresso in occasione dell'epidemia di peste che colpì i territori vicini.  

 

IL TRIDUO

Nella Basilica di San Lorenzo martire è presente un altare dedicato al Santissimo Sacramento, dimostrante la necessità della comunità di esteriorizzare la fede nell’Eucarestia, espresso attraverso la realizzazione dell’apparato operata nel XIX secolo. Esso è un manufatto “solenne e particolare […] per la strutturazione complessiva e per la tridimensionalità, con due rampe di scale percorribili (qui angolate per accentuare l’effetto prospettico) che conducono al piano intermedio alle spalle dell’altare maggiore, l’andamento piramidale dei pannelli lignei e la presenza del tempietto per l’ostensorio. La ragguardevole profondità del presbiterio, che secondo i canoni della chieda manieristica del XVII secolo deve essere pari alla sua larghezza ha permesso al progettista di espandere in profondità l’intero apparato, aggiungendo la scala centrale a imbuto che permette di raggiungere il nucleo della composizione, costituito dall'edicola dal basamento aggettante, con foglie d'acanto e conchiglie alla sommità, spighe ai lati e lo Spirito Santo all'intradosso della copertura soprastante: un corredo di simboli che rimandano all'Eucaristia è declinato attorno a questo focus.

A completare i riferimenti simbolici contribuiscono i festoni intagliati e dorati con foglie e fiori, gli angioletti alati e altre conchiglie sul coronamento. Un elemento architettonico che sicuramente richiama l'attenzione è la lunga, elegante balaustra del percorso sopraelevato che si connette a quelle delle due rampe di scale, in cui un traforo simula la successione dei balaustrini, e che richiama quella marmorea con balaustrini reali di varie tonalità, ad andamento mistilineo, risalente al 1683.”

I cromatismi sono virati sui colori dominanti nella chiesa, “i cui pannelli mirano a simulare una consistenza lapidea”. Le specchiature sono di colore verde marmorizzato con la bordatura in bianco panna venato a richiamo dei marmi dell’altare maggiore. “L’oro è usato con parsimonia e solo per sottolineare i passaggi di colore o per le decorazioni sommitali; le diverse tonalità dal rosso al rosa al bordeaux evidenziano l’edicola per l’ostensorio e sono riprese nelle alzate delle scale, a sottolineare il percorso ascensionale dell’Eucaristia: esse si riferiscono alle tonalità rosate delle specchiature delle lesene del coro, inoltre il rosso è il colore dei tendaggi del presbiterio e dei paramenti coprilesena.

Il sopralluogo dietro le quinte ha evidenziato la solidità dei pannelli caratterizzati da notevole spessore e contrassegnati da sigle abbreviate, e l’ottimo stato della struttura lignea portante che è stata rifatta recentemente.”

La consacrazione fu una solenne celebrazione del vescovo di Treviso Marco Morosini nel 1647 e a ricordo dell'evento nella sacrestia venne murata una lapide.  

Nel 1832, nel presbiterio, venne posto il nuovo altar maggiore in marmo dalle tonalità verdi e nel secolo successivo l'interno venne arricchito di decorazioni molto elaborate. 

La facciata ha un aspetto classicheggiante si presenta con un imponente portale e un grande frontone triangolare. Ai lati si trovano le torri campanarie. L'interno è a navata unica con pianta a croce latina e transetti arricchiti, come la navata, di altari e cappelle.  

 

Settembre 2024

Sarah Mor, Chiara Cavalli, Letizia Triboldi, Martina Tavolazzi, Benedetta Negrini