Il nostro restauro

Progetto autorizzato con nota n°0011942 del 17.06.2024 dalla Soprintendenza di Brescia

L’intenzione iniziale era quella di bruciare la macchina del Triduo di Bovezzo, ma grazie all’opposizione del parroco si è riusciti a salvarlo. Lo stesso ha contattato un restauratore qualificato. L'intervento di recupero ha preso inizio il 30 settembre 2024

Tecniche esecutive originali sul Triduo di Bovezzo 

  • ARGENTATURA A GUAZZO, argento meccato su bolo giallo e rosso (effettuata per rendere le varie parti luminescenti). 

  • POLICROMIE: verde, rosso, beige (nuvole), blu (raggiera). Le tempere sono probabilmente a base di colla organica (coniglio?), stese su uno strato preparatorio di diverso spessore a base di colla organica (coniglio?) e gesso di Bologna. 

 Osservazioni prima del restauro

La superficie pittorica, costituita da tonalità dominanti, rosso e verde, è stata eseguita probabilmente con una base di colla organica unitamente a pigmenti in polvere stesa su uno strato di gessature sul legno di spessore variabile; per le nuvole degli elementi che costituiscono il nimbo la policromia ha tonalità grigie. 

Sul retro è stesa una semplice coloritura grigio-verde chiaro a scopo protettivo e uniformante. 

Le parti luminescenti sono quanto rimane delle porzioni argentate e meccate che erano presenti sugli intagli e sugli elementi applicati su alcuni degli sfondati di colore rosso. 

La mecca della raggiera centrale è arricchita da lacche dalle tonalità blu e rosse. 

Su tutte le superfici policrome è presente un particellato e un deposito di sporco dovuto agli anni di abbandono nel deposito. Diffuse le cadute con visione sia della preparazione che del supporto; problemi di sollevamento, adesione e coesione sono presenti sulla preparazione con distacco dal supporto. Visibili colature e diffusi danni da dilavamento.  

Il cromatismo presente si ritiene essere il risultato dell’importante restauro del 1922, durante il quale furono probabilmente rimossi gli strati policromi precedenti e rifatti secondo il gusto del periodo. Probabilmente, in occasione dei lavori di restauro in corso si potrebbero ritrovare piccole tracce residue delle prime policromie.  

Su alcune porzioni di argentatura sono presenti ridipinture in porporina, in altre si vedono ancora le superfici originali. 

Per quanto riguarda le policromie rosse e verdi, nella maggior parte dei casi queste sono ricoperte da ridipinture in una tonalità più scura dei colori originali. 

Proposta di intervento 

Visto lo stato di conservazione, sono state proposte le seguenti operazioni di lavoro: 

  • SUPERFICI POLICROME  

Ripristino della coesione degli strati pittorici con alcool polivinilico per imbibizione attraverso velo di carta giapponese. 

Ripristino dell'adesione delle scaglie di colore con colla di coniglio addizionata di antifermentativo o con aquazol 200 in soluzione idroalcolica. 

Realizzazione di tasselli conoscitivi con solventi a polarità crescente. 

Rimozione degli strati incoerenti con microaspirazione. 

Rimozione meccanica di sporco adeso con ausilio di bisturi e con soluzioni acquose addensate o con gel ad alta viscosità di borace. 

Rimozione delle ridipinture presenti sia a carico della pellicola pittorica che sulla foglia metallica con utilizzo di miscele di solventi a polarità crescente ed emulsione grassa a pH 7 sulle riprese a porporina, se necessario verranno utilizzati decapanti neutri. 

Stuccatura delle lacune con utilizzo di impasto a base di gesso e colla organica con additivo fungicida. 

Ritocco pittorico a velature eseguito con materiali reversibili.

Riproposizione della foglia metallica e delle mecche dove si presentassero particolarmente lacunose, con medesima tecnica dell'originale o in alternativa con utilizzo di colori stabili con effetto brillante caricate con polveri metalliche stabili. 

Verniciatura intermedia prima del ritocco di presentazione estetica. 

Verniciatura finale. 

Documentazione fotografica delle operazioni di restauro. 

  • SUPPORTO LIGNEO 

Disinfezione del supporto ligneo con biocida ad ampio spettro. 

Disinfestazione con antitarlo steso a pennello. 

Consolidamento della materia lignea decoesa con localizzate imbibizioni di consolidante a base di resine acriliche in soluzione.  

Lavori di falegnameria di revisione della tenuta degli incollaggi dei vari masselli, eseguendo al bisogno localizzate operazioni di incollaggio e rinforzo con utilizzo di essenze legnose come le originali e collante a base di polivinilacetato. 

Lavori di rifacimento e completamento di piccole porzioni di intaglio mancanti e ripetitive, nella medesima essenza legnosa degli originali o con calchi e riproposizione con resine epossidiche bicomponenti. 

Lavori di ripristino, come da foto storica, degli intagli persi sui fondi rossi con modalità da definirsi. 

Documentazione fotografica delle operazioni di restauro 

  • ELEMENTI IN FERRO

Trattamento con convertitore di ruggine delle superfici e successiva stesura di protettivo antiossidante. 

Ripristino dei portacandele mancanti da apporre sulle lance esistenti per ripristinare un'illuminazione secondo tradizione. 

  • STRUTTURA LIGNEA DI SOSTEGNO 

Studio di fattibilità, con assistenza di ingegnere statico, finalizzato realizzare una idonea struttura di sostegno, orientandosi a una scelta di una struttura tubolare moderna che faciliti le operazioni di montaggio e smontaggio permettendo ai lavoratori di lavorare in sicurezza. 

Fasi di restauro 

  1. PULITURA: spolveratura (pennelli), pulitura a secco (gomme grosse e piccole), pulitura ad umido (acquosi, solventi, emulsioni). 

Per il Triduo di Bovezzo abbiamo per prima cosa tolto le ragnatele e lo sporco con pennelli di diverse dimensioni e aspirapolvere. In seguito, si è applicata una miscela a base di acqua e alcool polivinilico sul retro del Triduo usando come filtro dei fogli di carta giapponese. Il giorno seguente abbiamo notato che le assi del retro dei pannelli erano di colori differenti.  

In seguito, abbiamo iniziato a lavorare su altri due pannelli che si trovano in due stati di conservazione differenti. Pertanto, abbiamo dovuto procedere con due approcci diversi: in uno abbiamo pulito a secco utilizzando pennelli medio-piccoli e aspiratore cercando di non rimuovere il colore il più possibile; nel secondo, che si presenta in uno stato leggermente migliore, abbiamo utilizzato una gomma vulcanica. 

Il giorno successivo abbiamo applicato una sostanza fissativa composta da acqua e alcool polivinilico attraverso fogli di carta giapponese che ha svolto una funzione filtrante in modo da non far penetrare in profondità il solvente.  

Per le policromie marroni abbiamo utilizzato dei tamponi imbevuti di una sostanza composta da una piccola quantità di Tween 20 e acqua, applicata con movimenti delicati e circolari con cui abbiamo cercato di rimuovere lo sporco senza intaccare il colore.  

La stessa sostanza e procedura sono state utilizzate anche per la pulitura delle argentature. 

  1. ASPORTAZIONE DIPINTURE 

  1. CONSOLIDATURA 

 

Settembre 2024

Benedetta Negrini, Letizia Triboldi, Sarah Mor, Chiara Cavalli, Martina Tavolazzi